Evanio Di Vaira e Giovanni Montebello mi avevano sollecitato, via facebook, a commentare il voto. Avevo detto loro che mi sarei riposato per qualche giorno (cosa che ho fatto, anche per far raffreddare gli animi) e che, a fine settimana, avrei scritto: eccomi qua! Divido questo mio editoriale in tre parti: ANALISI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE; ANALISI DEL VOTO; FUTURO.
ANALISI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE: Qualcuno ha detto che è stata la campagna elettorale più tesa della storia. Non so come furono quelle degli anni cinquanta e sessanta, ma senz’altro tra quelle dell’ultimo mezzo secolo può essere paragonata alla campagna dell’85, in cui finì il trentennio amministrativo della Dc, con la sconfitta del capolista e deputato in carica (allora i sindaci non venivano eletti direttamente). Comunque, secondo me, questa campagna è stata così tesa per almeno tre motivi:
Primo: per una decina di persone è stata la partita della propria vita. Pensate a quanto è stato importante questo voto per i due esponenti del centrosinistra che sono passati col centrodestra, per i quattro esponenti del centrodestra che sono passati col centrosinistra, per il sindaco uscente e per candidati sindaci, anche se a questi ultimi la vita non sarebbe cambiata, né in caso di elezione e né in caso di mancata elezione.
Secondo: l’incidenza dei social. Facebook e WatsApp han dato voce alle opposte tifoserie, han caricato a dismisura di significato anche le battute più innocue ed hanno amplificato i messaggi, portando a decine di migliaia di visualizzazioni le interviste e i comizi (che senza social sarebbero stati visti da qualche migliaia di partecipanti in piazza). Ma, va detto per onestà intellettuale, che i social hanno anche allargato la partecipazione democratico-popolare all’intera campagna elettorale.
Terzo (e forse il più importante): il centrosinistra (che dopo la botta del 2012 non si era ripreso) si è messo a “fare opposizione”. La qual cosa ha contribuito ad “incendiare” la campagna, probabilmente perché si è trattato di una novità. In pratica, il centrosinistra ha usato anche (e forse per la prima volta nell'ultimo decennio) gli strumenti previsti dall’ ordinamento giuridico costituzionale per contrastare legittimamente ciò riteneva non legittimo. Il capo della maggioranza di centrodestra, forte della propria esperienza amministrativa e politica, nell’ultimo suo comizio ha colto e citato le tre seguenti circostanze: è stato presentato un ricorso al Corecom, dopo il quale non è stato più possibile inserire i comunicati stampa “preelettorali” sul sito istituzionale del Comune; è stato presentato un ricorso al Prefetto, dopo il quale la conferenza stampa di fine mandato altrettanto “preelettorale” non è stata più fatta nell’ Ufficio del sindaco, ma in piazza come un normale comizio; è stato presentato un ricorso alla Corte d’ Appello, che ha revocato due presidenti di seggio, i quali avevano postato sui social contenuti pro De Nicolis, sul presupposto che un presidente di seggio deve dare serenità all’ Ufficio che presiede e non può apparire di parte.
Ricorrere al Corecom, Prefetto o Corte d’ Appello (o presentare una segnalazione al Questore, in ordine ad una irregolarità o illegalità in un seggio circa la nomina di un rappresentate di lista, su cui poi si è voluto soprassedere) non è come fare una denuncia alla Procura della Repubblica e mettere nei guai delle persone, ma semplicemente chiedere alle Autorità garanti la “par condicio” lesa dall’ inserimento di comunicati “preelettorali” sul sito istituzionale o anche dall’andare a spasso nei seggi quando si vota. L’Opposizione serve e servirà ad evitare alcuni atti (non parlo solo di quelli penalmente rilevanti) che non potrebbero essere fatti e che vengono fatti sul presupposto che tanto gli altri fanno passare tutto. Ecco, d’ora in poi, il centrosinistra non farà passare ciò che prima ha fatto passare, perché ha consiglieri comunali attenti, ha avvocati bravi, ha giornalisti informati, ha titolari di studi tecnici e commerciali, che non hanno nulla da invidiare ai tecnici schierati nella parte opposta ed ha anche “leoni da tastiera” pronti a reagire se verrà torto un cappello ad uno qualsiasi di loro. Il tutto nel rispetto della legalità e per far rispettare la legalità stessa, come ha giustamente chiesto il sindaco eletto.
ANALISI DEL VOTO: Emanuela De Nicolis ha 231 voti in più di Fabio Travaglini. E’ quindi il sindaco legittimante eletto e come tale sarà trattata e rispettata da chi scrive. Non la conosco personalmente e l’ho incontrata solo un paio di volte, ma Le rivolgo un cordiale augurio di buon lavoro. Tornando all'analisi, si è arrivati al 49% contro 51%, perché una parte importante del centrodestra ha deciso di sposare il progetto alternativo di Travaglini, dandogli forza, vigore e credibilità. La personalità di Fabio ed il progetto così rafforzato hanno permesso e stimolato l’avvicinamento di giovani e quarantenni che prima non facevano politica. Il voto del 12 e 26 giugno, diversamente da quello di cinque e dieci anni fa, ha prodotto due forti schieramenti: il centrodestra che governerà ed il centrosinistra che farà opposizione. Con una dialettica seria e rispettosa delle regole tra maggioranza e minoranza consiliari avremo una Città che dialoga e più idee che arriveranno in Comune: saranno poi sindaco e Giunta a decidere quali vanno trasformati in atti amministrativi. Generalmente più l’Opposizione è forte e meno viene considerata (questo accade come meccanismo di reazione ed autodifesa): vedremo se la De Nicolis ha compreso che la Città è spaccata come in due come una mela e che quindi non potrà essere il sindaco del solo 51% che l’ha votata.
FUTURO: Del futuro amministrativo ho appena detto. Se esso sarà equilibrato dipenderà da come guideranno le rispettive coalizioni il capo della Giunta comunale ed il capo dell’Opposizione e, diciamolo francamente, dipenderà dalle “variabili elettorali”, che metteranno in atto i leader politici, a partire dal vero capo del centrodestra ossia Tiziana Magnacca.
Sul futuro politico, inteso come futuro della dialettica politica e culturale, incideranno molto i singoli sui social (per le ragioni già dette) ed anche testate come Trigno.net, che - lo ricordo - è editata da Fabio Travaglini. Il mio amico (e vecchio direttore) Pino Cavuoti mi ha cordialmente rimproverato, perché avrei dovuto chiarire che si trattava di “un organo di partito”. In realtà, per me il Trigno.net è più un giornale di “parte” (per capirci come il Fatto quotidiano per Cinque stelle, la Repubblica per il Pd, il Giornale per Forza Italia). In ogni caso ho più volte detto che Fabio Travaglini ne era l' editore ed io il direttore. Quindi, per chi sa come funzionano i giornali o i siti (compresi quelli istituzionali), la linea editoriale è concordata dall’editore e dalla redazione.
Comunque, ribadito che dirigo un giornale "di parte", si sappia che i miei saranno editoriali sempre rispettosi e mai offensivi o lesivi delle altrui immagini: in oltre vent’anni ho avuto una sola querela per aver intervistato un ex deputato, ho vinto la relativa causa e, pur potendolo fare, non ho controquerelato il soccombente (che è tornato il mio amico di sempre). Per dirla tutta, io non ho mai querelato nessuno e accetterò tutti gli sfottò come halli galli che ha scritto Vincenzo Larcinese la notte della vittoria o il Trigno s’è seccato che ha scritto Evanio Di Vaira. Sfottò e battute ci stanno e ci sarebbero stati anche se avessimo avuto noi 116 voti in più. Ma una cosa sono gli sfottò (peraltro di vecchi amici), altro le parolacce e le offese. Cerchiamo di non farcele (almeno io non le farò) e consegneremo ai nostri figli una Città migliore.