Le ultime due interviste fatte dalla collega Anna Bontempo a Fabio Travaglini e Tiziana Magnacca e pubblicate sul Centro mi consentono di fare quattro considerazioni sulla partita elettorale che si sta aprendo e che si dovrebbe concludere nella prossima primavera.
Fabio Travaglini, nella sua intervista, con garbo ha detto che non è interessato alle primarie propostegli dalla coalizione di Gianni Mariotti. Appare comprensibile la posizione del giovane candidato, perché le primarie sarebbero state l’ennesima battaglia della guerra a sinistra iniziata quando lui manco votava e che quindi prima o poi si doveva interrompere. In pratica, Travaglini vuole che si vada nelle case degli elettori non per parlarsi male l’uno dell’altro, ma solo per immaginare il futuro, peraltro alquanto complicato per il combinato disposto della pandemia, della crisi della vecchia industrializzazione manifatturiera e dell’avvio della seconda industrializzazione logistica.
Prima considerazione: da questa chiara ed intellegibile posizione, si può conseguentemente dedurre che allo stato due sono i candidati sindaci in campo: Fabio Travaglini e Gianni Mariotti.
Tiziana Magnacca, nella sua intervista, ha detto che la candidatura della sua coalizione sarà decisa dalla maggioranza uscente. Del resto a San Salvo solo nel ’94 la candidatura fu decisa da un tavolo esterno. A Vasto, invece, c’è la tradizione di spostare la decisione all’estero, come si è visto anche alle ultime elezioni. Mi permetto un ricordo personale: una decina di anni fa, l’allora giovane consigliere di prima nomina, Tiziana Magnacca, chiese a me, giornalista politico, chi fosse a decidere il candidato sindaco di centrodestra. Io le risposi: “dieci persone, cioè gli otto consiglieri comunali (allora) di minoranza, il consigliere regionale Nicola Argirò e il coordinatore del Pdl”. Immodestamente, le dissi che nella decisione avrei avuto un ruolo anche io coi miei editoriali. Tanto è vero che quando il coordinatore Fernando Artese pressava per assumere in fretta la decisione diceva di sbrigarsi prima dell’uscita di un editoriale di Ods. Nell’intervista, la Magnacca ha detto che il candidato “dovrà essere una persona in grado di rappresentare la squadra che è stata in grado di realizzare questo grande cambiamento nella città, e che dovrà avere una caratteristica più importante che viene prima della competenza”. Sembra, questo, il ritratto di Giancarlo Lippis, sul quale il sindaco in carica ammette (con garbo, ma anche con sostanziale onestà) che “c’è chi gli è più vicino e chi…può vantare una lontananza maggiore da lui”.
Seconda considerazione: ovvio che non c’è unanimità sul nome del vice sindaco, ma che su di lui Donna Tiziana, finora capo indiscusso del centrodestra, ci sta mettendo la faccia, per cui è probabile che a breve si chiuda su Lippis. Infatti, sempre il sindaco e sempre nella sua intervista alla Bontempo, ha dichiarato: “Vedremo se sarà lui il candidato sindaco del centrodestra, ma credo che lo sapremo a breve”
Terza considerazione, sintesi delle due: a sinistra, visto che sono stati esclusi sia gli accordi politici che le primarie, saranno candidati Fabio Travaglini e Gianni Mariotti; a destra dovrebbe essere candidato Giancarlo Lippis con vari maldipancia (comunque non sarà un esterno, visto che Magnacca ha categoricamente affermato: “Di sicuro la scelta dovrà ricadere su una persona in grado di raccogliere l’eredità che lasciamo”).
Quarta considerazione da editorialista - pseudo giornalista: ma ha senso ancora parlare di candidati di destra o di sinistra? O di coalizioni di centrodestra e centrosinistra? Se gli amministratori uscenti avessero ragionato con questi schemi 5 anni non avrebbero preso i voti di quasi tutti gli elettori di sinistra, lasciando a Gennaro Luciano ed Angelo Angelucci pressocché solo i voti del centro moderato. Invero, sindaco ed assessori, hanno sempre parlato con tutti, facendo apparire di non avere preclusioni ideologiche verso alcuno e segnatamente verso quelli di sinistra – sinistra.
Ods
Ps Sono abituato a fare previsioni, ma stavolta non posso e non voglio farli. Una cosa però la prevedo fin da ora: se la partita non si chiude al primo turno con un candidato che prenda la maggioranza assoluta, al ballottaggio tutto può succedere. A Vasto si sono apparentati il candidato sindaco ufficiale del centrodestra e le liste dissidenti del centrosinistra, che sarebbero entrate nell’ esecutivo. Anche a San Salvo lo schema ideologico delle ultime due volte (con relativa erogazione di voti gratuiti) sta saltando, motivo per cui al secondo turno gli accordi saranno politici e soprattutto a 360°