Operazione 'Adriatico', eccezioni respinte: processo ad aprile

Per la prima volta in Abruzzo contestata l'associazione di tipo mafioso

redazione
03/02/2015
Attualità
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VASTO - Eccezioni respinte dal Tribunale e processo che si terrà nelle giornate del 14 e 15 aprile prossimo. Si è tenuta oggi la prima udienza del maxi processo relativo all'Operazione Adriatico
Numeri importanti per una tappa giudiziaria che assegna al Vastese un triste primato81 imputati, ad alcuni di loro si contesta per la prima volta in Abruzzo l'associazione di tipo mafioso. I coinvolti nell'operazione sono distribuiti su tutto il territorio: VastoSan SalvoGissi e San Buono. Alcuni di loro, invece, arrivano da terre vicine: Francavilla al Mare, PescaraGuardiagrele, Porto Sant'Elpidio e poi San Severo e Napoli

In aula questa mattina, davanti al presidente Bruno Giangiacomo e ai giudici Fabrizio Pasquale e Stefania Izzi sono sfilati solo alcuni degli imputati (oltre agli avvocati difensori). 
Di coloro che stanno scontando il procedimento restrittivo, stamattina in aula - nel gabbiotto approntato per i detenuti - erano presenti solo Michele Barra (San Severo) e Marco Maago (Napoli).

L'OPERAZIONE - L'operazione è scattata nella notte di un anno fa, il 5 febbraio 2014. Dalle prime ore del mattino i militari del Ros (Raggruppamento Operativo Speciale) e del Comando Provinciale di Chieti (unitamente ai Comandi dell’Arma territorialmente competenti delle province di Napoli, Salerno, Foggia, Latina e Ascoli Piceno) con l'ausilio di elicotteri e auto hanno compiuto una serie di arresti su tutto il territorio. 
Il blitz è arrivato a termine di una complessa e articolata indagine coordinata dal Procuratore Distrettuale Antimafia dell’Aquila, Fausto Cardella, e dai Sostituti Procuratori Antonietta Picardi e David Mancini.

L'INCHIESTA - L'attività investigativa è partita nel 2012, dopo l'individuazione di un «sodalizio criminale di matrice camorristica attivo nell'area vastese frentana della provincia di Chieti» confermata dagli arresti delle operazioni 'Pipistrello' e 'Tramonto' (2009 e 2012). Queste due operazioni avevano l'obiettivo di smantellare l'associazione criminale facente capo a Lorenzo Cozzolino, elemento di primaria importanza di una fazione scissionista del clan Vollaro.
Il boss, dopo una permanenza a Vasto, si è stabilito a Gissi insieme alla convivente Italia Belsole, figlia di Attilio, esponente di spicco dello stesso clan. Nel Chietino è così stata messa in piedi una ramificata organizzazione criminale insieme agli affiliati di altri clan camorristici dell'area napoletana: Fabio Martusciello (clan Cimmino), Marco Mango e Rosario Di Bello (clan di Lauro) fuggiti dalle guerre di camorra in terra natìa.

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FOTO ERCOLE MICHELE D'ERCOLE

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