FRESAGRANDINARIA - Tra i nomi del centrosinistra in lizza alle prossime elezioni provinciali (il 12 ottobre, voteranno solo i consiglieri comunali e i sindaci) c'è, in rappresentanza del medio e alto Vastese, quello di Giovanni Di Stefano. Il sindaco di Fresagrandinaria (primo cittadino dagli anni '90, con un stop per i due mandati consecutivi nel periodo 2004-2009) nell'ultima tornata elettorale ha rischiato seriamente di non riconfermarsi alla carica del piccolo comune.
Sono solo tre i voti che lo hanno distanziato dall'altro candidato sindaco Lorenzo D'Alfonso. Un risultato elettorale destinato ad avere ancora strascichi: il Tar ha fissato per il 16 ottobre la prima udienza per il ricorso presentato dalla lista 'Per Fresagrandinaria'.
Al di là dei numeri, la risicata vittoria, con il comune diviso a metà, sembrava aver avuto un significato politico eloquente sulla prosieguo della già longeva carriera istituzionale di Di Stefano.
Il Partito Democratico crede ancora fortemente in lui e lo candida in rappresentanza delle aree interne, come si evince dalle parole della segretaria provinciale, Chiara Zappalorto.
«Si sono fatte due riunioni provinciali - precisa la Zappalorto sulle modalità di composizione delle liste - e oltre a scegliere il candidato presidente si è stabilito con un percorso dedicato solo agli amministratori la sintesi di tutte le candidature pervenute. Si vota con un sistema elettorale che svilisce fortemente le zone interne e noi abbiamo provato a fare un investimento su queste aree candidato tra gli altri anche Giovanni Di Stefano. Su di lui c'è stata una sua richiesta con un'autocandidatura, ma anche da parte di sindaci e amministratori della zona, anche di centri più grandi. Con il voto ponderato sarebbe stato più facile scegliere i candidati dei comuni grandi con la conseguente emarginazione di quelli più piccoli: il voto di un piccolo Comune conta come quello di un consigliere di Chieti».
La rosa dei nomi del centrosinistra ha destato qualche malumore, ma la segretaria difende le scelte del direttivo: «L'idea nostra è stata quella di valorizzare le zone interne chiedendo un passo indietro ai comuni più grandi. Quando si fanno le liste c'è sempre qualcuno che si lamenta e polemizza. Un grande partito vive anche di questo, se fossimo tutti monocorde sarebbe anche più noioso».
Aggiunge il vicesegretario provinciale del Pd, Gianni Cordisco: «È importante anche sottolineare che nelle candidature non abbiamo fatto alcuna selezione. La selezione l'avremmo fatta se fossero arrivate più candidature, così non è stato».
LA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA
Provincia Unita Mario Pupillo (sindaco di Lanciano) Presidente, Antonio Tamburrino (Montenerodomo), Gabriele Barisano (Vasto), Tommaso Coletti (Ortona), Gabriella Corrado (Villamagna), Gianluca De Leonardis (Bucchianico), Giovanni Di Stefano (Fresagrandinaria), Enrico Iacobitti (Lanciano), Antinoro Piscicelli (Casalbordino), Silvana Priori (Torino di Sangro), Remigio Vito (Tollo), Paolo Sablone (Chieti) e Giacinto Verna (Fara San Martino).