GISSI - La desertificazione della Val Sinello, non è più un rischio. È cominciata da tempo e nel 2013 il processo sta trovando il suo culmine con la chiusura di attività storiche.
Il caso del Pantalonificio è solo l’ultimo caso e la Golden è quello numericamente più importante. A metà aprile 2013 è finita l’esperienza della Nuova Emic. Anche in questo caso a farne le spese sono state soprattutto donne: 22 lavoratrici che producevano connettori per il settore automotive. Per una infausta e significativa coincidenza logistica, il capannone si trova le due aziende citate sopra.
Qualche settimana più tardi, il 7 maggio, si sono chiusi i cancelli della Valsinello che operava a Gissi da 37 anni. L’azienda specializzata nelle lavorazioni su lamiere ha dichiarato il fallimento mandando a casa 76 operai.
Un mese dopo, seppur non versi in una grave situazione di crisi, la Arkema Coating Resins (settore chimico) ha licenziato 6 persone per la riorganizzazione della produzione a livello europeo. L'azienda ha affrontato meglio la crisi grazie alla varietà d'utilizzo delle resine prodotte al suo interno. La dirigenza ha però spostato alcune lavorazioni negli stabilimenti in Francia e Spagna.
NON SALVARE I PICCOLI CAMPANILI - Nella desertificazione in atto, però, sembrano spuntare i primi germogli di una mobilitazione unica per portare alla ribalta la 'questione Val Sinello'. Un primo tentativo c'è stato venerdì scorso in occasione del convegno del Pd sul lavoro. Ieri, le scioperanti della Canali hanno raggiunto lo stabilimento Golden.
L'unità, per ora ancora timida nella mobilitazione, c'è però in molte storie della crisi. Sono tanti i casi di coniugi occupati chi da Canali e chi dalla Golden o dalla Val Sinello (così come altre aziende in crisi).
È stato, poi, Arnaldo Schioppa (Uil) a richiamare all'unità dei lavoratori dell'area industriale di Gissi: «È inutile che ognuno si batta per salvare la propria piccola parrocchia perché poi finisce che non abbiamo salvato un bel niente. La sorte che oggi ci unisce è una cattiva sorte, perciò la battaglia deve unire chi ha perso il lavoro e lo deve riavere e chi lo sta perdendo e lo deve preservare. L'obiettivo è lo stesso. Non ci sono i lavoratori della Golden Lady e del Pantalonificio, ma ci sono lavoratrici e lavoratori della Val Sinello!».