Paesi senza guardia medica: scatta la mobilitazione contro Chiodi

Nel mirino le scelte del presidente della Regione

a cura della redazione
09/09/2013
Attualità
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Sette paesi dell'entroterra Vastese resteranno senza guardia medica.

È stato un fulmine a ciel sereno quello che si è abbattuto sugli abitanti di Carunchio, Torrebruna, San Giovanni Lipioni, Celenza sul Trigno, Castelguidone, Roccaspinalveti e Fraine.

Tra pochi giorni, in seguito al decreto n° 61, firmato il 27 agosto dal commissario ad acta della Sanità, il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e dal sub commissario Zuccatelli, sarà immediatamente esecutivo l’atto che rimodula le circoscrizione del servizio di continuità assistenziale.

I sette centri potranno essere privati dell’essenziale e indispensabile servizio di guardia medica, «una vera violazione dell’articolo 32 della Costituzione», sottolinea Daniele Leone, originario di Celenza sul Trigno.

Una situazione a dir poco paradossale se si pensa che i paesi interessati hanno un bacino di utenza totale di oltre 5mila abitanti e che la legge prevede un rapporto ottimale di una  guardia medica ogni 3.500 abitanti, sulla scorta di quanto già stabilito dalla Cassazione.

SCATTANO MOBILITAZIONE E PROTESTE - Nel mirino le scelte di Chiodi ed i suoi criteri «puramente ragionieristici» con in ballo la salute di anziani, donne e bambini. «Come si fa a non rendersi conto che la guardia medica è un presidio fondamentale per un territorio montano come quello dell’Alto Vastese? Pensi - dice ancora Leone rivolgendosi direttamente a Chiodi - che i cittadini di Celenza per raggiungere la più vicina guardia medica dovranno percorrere oltre 40km di strade piene di buche, senza illuminazione e impraticabili durante l’inverno. Conviene loro percorrere 40 Km sulla Trignina e raggiungere l’ospedale di Vasto. Caro presidente ci stiamo preparando a portare la nostra causa prima davanti al Tar e poi nelle altre sedi fino ad arrivare alla Corte Europea dei Diritti dei Cittadini. Non ci faremo inchiodare!».

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