Anche questa tornata elettorale è passata, a breve si saprà chi avrà l'arduo compito di mettere in atto ciò che l'Europa chiede. Si, perché fino a prova contraria facciamo parte della Comunità Europea e come membri fondatori non possiamo declinare ciò che ci viene chiesto, anche se qualcuno pensa che può essere Europeista a convenienza.
Tecnicamente dovrebbe essere Giorgia Meloni a caricarsi sulle spalle questo fardello, in quanto il suo partito è quello che in questa tornata elettorale ha fatto il pieno dei voti.
Ho usato il termine " tecnicamente" in quanto di certo non si sa, se sarà lei a farsi carico di questa grande responsabilità oppure affiderà a qualche tecnico che risponderà a lei durante il mandato, ( cosa molto più probabile). Fatta questa premessa entriamo nel merito.
Le ultime tornate elettorali hanno fatto emergere sempre più quei partiti o movimenti che di fatto non hanno mai parlato di un vero e proprio programma elettorale, ma bensì si sono limitati ad urlare ciò che non andava e non va nella quotidianità degli italiani, o ancor peggio pronti ad urlare la fine della democrazia in quanto i Premier erano dei non eletti.
Il risultato di questi ultimi anni è sotto gli occhi di tutti. Una vera e profonda riforma elettorale non la si vuol fare, una legge elettorale che criticano tutti ,ma che di fatto nessuno si prende la briga di riscriverla.
Una nazione come la nostra, dove le potenzialità e le possibilità non mancano, la vediamo regredire sempre di più rispetto alle altre Nazioni con il quale ci accomuna l' Unione Europea.
Una Nazione che non sa dove deve andare, una Nazione che permette l'ascesa in campo e la scalata a palazzo di veri e propri urlatori di piazza, che Nazione è ? Questa politica paragonabile alle quotazioni di borsa dove l'indice di gradimento sale e scende incondizionato, senza coscienza, senza programma e senza avere la minima contezza di quali possano essere i problemi che attanagliano le imprese, le famiglie il lavoro e le pensioni, dove ci porterà?
Una Nazione che pensa che dando un sussidio possa aver risolto un problema, beh non penso che sia rispettoso nei confronti di chi tutti i giorni deve far quadrare i conti, rinunciando a ciò che di diritto gli spetta. Se pensiamo che coloro che dovranno fare le riforme sul lavoro sono persone che non hanno mai lavorato il discorso diventa imbarazzante. Se le industrie, le imprese e gli artigiani non possono fare investimenti certi poiché le leggi cambiano in modo repentino, che lavoro possono generare e garantire?
I nuovi politici parlano troppo spesso delle delocalizzazioni delle grandi industrie ma nello stesso momento omettono di dire perché vanno via dall'Italia. Tanti sono i problemi che la nostra amata Nazione ha, ma pochi sono i dottori che vogliono prendersene cura seriamente. Siamo sempre pronti a criticare ciò che l'Europa ci chiede e ci chiederà, ma mai ad assumerci la responsabilità di dire: "abbiamo perso un occasione perché siamo stati inadempienti."
Tutti i nostri politici in questi anni durante i loro discorsi hanno sempre fatto riferimento a queste cose, ma di fatto non hanno mai affrontato in modo serio e sereno il problema. Non lamentiamoci se le cose non vanno o non andranno per il verso giusto e, magari, sopportiamo questa ennesima disfatta "dirigenziale" dicendoci in cuore nostro: speriamo che ci salviamo.