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Recensione: "ARICACCE SA PIPPE" storie, luoghi, persone e memorie di Furci

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Spesso nella letteratura “cosiddetta" minore del nostro Abruzzo, si scoprono va1ori sublimi, insospettabili, che contraddistinguono quel detto di errata classificazione. E’ il caso di Gianni Bellano ed Ettore Gobbato che hanno scritto il volume "Aricacce sa Pippe"- storie, luoghi , persone e memorie di Furci ". (Tandem Edizioni Ortona ).

Gli autori rammentano che “il mondo va avanti ed è giusto così”. Ma credono che “raccontare ai ragazzi come si viveva una volta, serva a tenere viva la memoria, che sta alla base della loro identità. Non era meglio e nemmeno peggio, solo molto diverso”.

E gli Autori lo fanno con modestia, ma con molta arguzia e intelligenza, proprio perché i momenti della vita vissuta, spesso utili per arricchire le nostre nozioni, soprattutto indirizzate alle nuove generazioni,si possa trarre ricchezza per migliorare la vita.

Gli autori si soffermano su personaggi che non sono presenti nel nostro vissuto, ma che hanno contrassegnato attimi della fervida fantasia meritevoli di essere "fermati" nella nostra memoria, perchè ricchi di insegnamenti, talvolta briosi, oppure ovvii, ma che serbano valori umani di indimenticabile fedeltà alla vita ed all'ambiente in cui i protagonisti sono vissuti.

Episodi realmente accaduti che gli Autori narrano spesso con quel caratteristico parlare alla paesana, nel tipico dialetto "furcese", con quelle caratteristiche inflessioni tipiche della nostra gente, che si differenzia, da paese a paese, di Furci su cui aleggia quel sentimento profondo di fede per il Beato Angelo che è vanto e decoro dei cittadini, orgogliosi di poter vantare al mondo la santità di un loro concittadino sempre presente nel cuore dei furcesi in particolare.

Gianni Bellano ed Ettore Gobbato scrivono con fantasia, ma sempre con rigore letterario quanto è accaduto nella piazza principale del paese e quanto ora avviene, descrivendo con dovizia di particolari inediti alcuni personaggi, come, per esempio il tipico Fioravanti di cui non si conosceva il mestiere, ma creduto esattore di qualche tassa in vigore all'epoca. Oppure Nicolino Di Romolo classificato come un "efficientissimo ufficio di infomazioni", tanto per citarne qualcuno; e ancora Cinciarille" e sor Mario, Peppino Massone "la guardia".

Ricercati nel libro anche gli "scherzi dèi paese" i mestieri, le scuole, il medico condotto e altri vari episodi e persone.

Insomma, un libro tutto da leggere per scoprire quanta dovizia di insegnamenti spesso il popolo di un piccolo centro del nostro Abruzzo, è capace di offrire, per la gioia di "vivere" e perché consapevole che il retaggio delle vicende del passato può contribuire ad arricchirci, interiormente e spingerci a considerare il bene inestimabile della nostra qualità della vita.

Il libro di Gianni Bellano ed Ettore Gobbato, per i suoi valori letterari ed estetici si può inserire, con pieno merito in quella tipica letteratura che fiorisce limpida ed esaltante, nei nostri piccoli centri , con tutti i suoi riscontri culturali legati alla tradizione dell'Abruzzo. 
 
 
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