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Mons. Bruno Forte 'porta' il 'caso Laterlite' sul Sole 24 Ore

Ieri l'editoriale su rapporto tra lavoro, ambiente e salute

a cura della redazione
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LENTELLA - Nell'uscita di ieri (30 giugno 2013) del quotidiano economico Il Sole 24 Ore mons. Bruno Forte (editorialista ogni domenica per il quotdiano) ha ricordato la figura del filosofo francese Jacques Maritain e della sua opera Distinguere per unire.
La riflessione di Forte - che nei giorni scorsi ha visitato lo stabilimento lentellese - si sofferma in particolar modo su quel 'doppio fronte' che in queste settimane fa da contorno alla vicenda della Laterlite: il rapporto tra lavoro, ambiente e salute. Per farlo, analizza il caso dell'Ilva di Tarano e in un passaggio cita la Laterlite di Lentella.

Per mons. Forte «il conflitto fra tutela ambientale e produzione non può essere risolto per decreto a favore di una tesi senza cercare di distinguere per unire». 
Di seguito la parte dell'editoriale che parla di tale problematica.

Il rapporto lavoro-ambiente-salute è stato ed e al centro della grande sfida dalle condizioni di produzione dell'llva di Taranto: se il lavoro e un valore primario per la realizzazione della dignità della persona umana e per la serenità delle famiglie, lo è non di meno la salute dei cittadini. Tutelare l'occupazione per migliaia di lavoratori è urgenza imprescindibile, perché la perdita del lavoro o la sua precarietà producono insicurezza, sfiducia e svilimento della dignità delle persone interessate, con pesanti
ricadute sui loro congiunti, specialmente più deboli. Non meno necessario Ã¨, però, salvaguardare l'ambiente e assicurare che le condizioni di vita di chi abita il territorio interessato dalle agenzie produttive non siano a rischio. La tensione non si risolve eliminando uno dei due termini con prese di posizione astratte e pregiudiziali: in questo senso il referendum cittadino sull'llva era semplIcemente insostenibile ed è giustamente fallito.
Distinguere per unire è invece ciò che è urgente e necessario, come ha mostrato più volte nei suoi interventi l'ArcIvescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro che così affermava in un recente messaggio: «Ho sempre alimentato la speranza di tutti i tarantini sostenendo la difesa della salute, dell'ambiente e del lavoro». Ed aggiungeva:«Dai responsabili della politica nazionale ci aspettiamo segni tecnici e concreti che impegnino l'azienda ad una effettiva, vera e rigorosa opera di risanamento ambientale e che permettano la continuità del lavoro».
E a proposito del refrendum «Preferisco ancora una volta leggere nei dati dell'astensionismo così come in quelli del voto effettivo, la volontà dei tarantini di non voler contrapporre la salute al lavoro, ma di ricercare una soluzione che possa difenderli entrambi». Per l'arcivescovo, «Progettualità, tensione al bene comune e metodo salveranno Taranto.  Partiamo dal concreto, prescindendo da qualsiasi posizione ideologica o foriera di divisione... Smettiamo di essere l'uno contro l'altro. Il problema non può essere risolto ignorando uno dei due elementi della questione, in questo caso il lavoro, ma cercando percorsi condivisi. Da questa situazione drammatica è possibile uscire trasformando quella che è una calamità in opportunità di riscatto del bene comune attraverso una concertazione positiva tra istituzioni e società civile».
Il caso ilva non è il solo: proprio in questi giorni, nell'Arcidiocesi a me affidata, un caso analogo, anche se su scala molto più ridotta e con sfide meno drammatiche, mette a rischio numerosi postI di lavoro (si tratta della Laterlite di Lentella, azienda che produce argilla espansa in provincia di ChietI. Anche qui il conflitto fra tutela ambientale e produzione non può essere risolto per decreto a favore di una tesi senza cercare di distinguere per unire. La sfida alla politica come arte della mediazione, e la vigilanza critica dei due fronti in gioco, deve rendere vigili tutti, richiamando ognuno a sentirsi responsabile di soluzioni condivise a favore del bene comune.

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